Siracusa festeggia due volte l’anno la sua Patrona ma, senza dubbio la festa più sentita e commovente è quella del 13 dicembre, giorno del dies natalis della Santa. Scoprila adesso con noi.
La storia di Santa Lucia
Nata a Siracusa verso la fine del III secolo, Lucia fu promessa sposa ad un ricco mercante pagano, nonostante lei professasse il cattolicesimo di nascosto per fuggire alle persecuzioni. Fedele a Sant’Agata si reco a Catania per chiederle di guarire la madre malata ma Sant’Agata le disse che non solo la madre sarebbe guarita ma lei sarebbe stata santificata.
Ciò la convinse a rifiutare il matrimonio con grande rabbia del promesso sposo che la fece arrestare e provarono anche a darle fuoco. Nemmeno le fiamme riuscirono a bruciarla così decisero di decapitarla e strappargli gli occhi, ecco perché ancora oggi Santa Lucia è considerata protettrice della vista.
Ciò avvenne il 13 dicembre 394 e dopo la santificazione eressero una chiesa in suo onore. Santa Lucia però fece dei miracoli ben dopo la sua morte, il più famoso è quello che le desse l’appellativo “Santa Lucia Re Guagghie” (in siciliano Dei Colombi).
In periodo di forte carestia nel maggio 1646 un colombo si posò sulla cima della cupola della chiesa santa lucia annunciando l’arrivo delle navi cariche di grano e mettendo fine alla carestia.
Il cuore della festa: la Basilica Santa Lucia a Siracusa
La basilica è anche cuore della festa in onore di Santa Lucia, il 13 dicembre si svolge il dies natalis della Santa. Tutto inizia 13 giorni prima, il 30 novembre la banda gira per le vie di Ortigia, il 9 dicembre il simulacro argenteo di Santa Lucia. viene esposto nella cappella in Cattedrale e starà lì fino al 12 dicembre, quando avverrà la traslazione all’Altare Maggiore.
Il 13 dicembre inizia il pellegrinaggio che attraversa la città e porta il Simulacro argenteo dalla Cattedrale alla Basilica di Santa Lucia al Sepolcro. Il popolo commosso accompagna la Patrona al grido Sarausana jè! . (Siracusana è!) e non è raro trovare persone scalze in simbolo di devozione alla santa chiedendo in cambio miracoli. È il momento giusto per gioire delle ricchezze che regala la Basilica come il dipinto di Caravaggio e le catacombe.
Caravaggio a Siracusa lasciò il segno con la sua opera all’interno della basilica di Santa Lucia, il Seppellimento di Santa Lucia è un olio su tela realizzato nel 1608 dopo l’evasione dal carcere di Malta. Caravaggio Santa Lucia ripercorre la scena in cui la santa viene seppellita dopo la decapitazione da parte di due becchini mentre il vescovo assegna l’estrema unzione.
Le catacombe Santa lucia si trovano nell’omonima piazza e si entra dal portico esterno della basilica, all’interno si possono vedere i resti della vecchia chiesa.
La Processione
La processione di Santa Lucia a Siracusa è una delle più antiche e sentite tradizioni religiose siciliane e, insieme alla festa di Santa Rosalia a Palermo e Sant’Agata a Catania, è quelle che richiama il maggior numero di partecipanti.
Nel primo pomeriggio, la statua d’argento di Santa Lucia, conservata nella cattedrale di Siracusa viene presa in consegna dalla confraternita dei portatori ed uscita dalla chiesa per la tradizionale processione per la città che durerà fino a sera.
La statua viene portata a spalla e a turno da un’apposita confraternita di portatori, chiamati i “berretti verdi” per via del I berretti verdi portano Santa Luciacolore dei loro copricapi. Nell’antichità si trattava della confraternita dei falegnami ma oggi tale ruolo è aperto a tutti e, da alcuni anni anche alle donne a cui è affidato il compito di portare le reliquie della Santa.
La piazza, al momento dell’uscita della statua della santa (circa le 15) è colma all’inverosimile ed il momento in cui il simulacro argenteo varca la porta della cattedrale è accompagnato da fuochi d’artificio. Poi, lentamente, seguita e preceduta da un’immensa folla di fedeli, la processione si incammina per il suo tradizionale percorso in direzione della fonte Aretusa.
Dopo aver passato largo Aretusa, la processione di Santa Lucia si dirige verso l’uscita dell’isola di Ortigia, passando per la Porta Marina e attraversando il ponte umbertino per poi immettersi in corso Umberto.
A metà di Corso Umberto la processione svolta su Viale Regina Margherita per raggiungere la “borgata Santa Lucia” che insieme ad Ortigia rappresenta il secondo quartiere storico di Siracusa.
La processione di Santa Lucia raggiunge la piazza verso ora di cena per poi concludere il suo percorso verso la basilica di Santa Lucia al sepolcro. Li rimarrà esposta per una settimana, fino al 20 dicembre, il giorno dell’ottava, quando una nuova processione su un diverso percorso ricondurrà la statua in cattedrale dove rimarrà conservata per il resto dell’anno, nell’omonima cappella.
Le Tradizioni
Il 13 Dicembre, in tutta la Sicilia, non si mangia pane e pasta, ma solo legumi e verdure, in segno di penitenza: questa tradizione ha origini antiche risalenti alla tremenda carestia che colpì la Sicilia nel XVIII secolo e che finì proprio grazie al miracoloso intervento della Santa martire che fece convogliare sull’isola una flotta di navi cariche di frumento.
Da allora è d’uso comune nelle famiglie siciliane mangiare la “cuccìa” condita con crema di ricotta e con del vin cotto.
Nei tempi antichi, si mostrava la devozione a Santa Lucia, mangiando esclusivamente la cuccìa (che deriva dal termine cocciu, cosa piccola, chicco), che veniva distribuita a familiari, amici e vicini di casa.